La Medicina del Lavoro nasce come disciplina autonoma agli inizi del XVIII secolo: concretamente, con il trattato “De morbibus artificum diatriba” di Bernardino Ramazzini (1633-1714) che è la prima opera specificamente dedicata al tema dei rischi lavorativi e della esigenza di tutela della salute di ambito professionale.
La disciplina, di pari passo con il progredire delle conoscenze scientifiche e con la trasformazione del tessuto sociale e produttivo a livello planetario (attraverso rivoluzioni industriali, guerre mondiali e ricostruzioni, conflitti sociali e politici, fino all’epoca attuale che viene talora definita “post industriale”), è parimenti andata incontro ad un’evoluzione nel corso del tempo: continua a dover fronteggiare quadri di rischio “tradizionale” (quali per esempio esposizione a rumore, metalli, polveri e fibre minerali, solventi), ma nel contempo ha la necessità di sorvegliare e gestire situazioni che si sono evidenziate più recentemente: dal lavoro per turni all’utilizzo del personal computer, dal sovraccarico biomeccanico dell’apparato locomotore alle problematiche legate all’invecchiamento della popolazione lavorativa, dallo stress-lavoro correlato fino al “mobbing”.
Tra le branche della Medicina del Lavoro, sicuramente la Tossicologia ricopre un ruolo peculiare. Da un lato, la percezione del rischio per la salute da agenti chimici nell’uomo data dalle epoche più remote: è per esempio documentata già in papiri egizi, negli scritti di Ippocrate, nonché nei versi del poeta latino Lucrezio. La Tossicologia conserva tuttavia intatto il suo significato e la sua rilevanza, incorrotti anche ai giorni nostri, sempre basandosi sull’intuizione geniale di Paracelso che nel XVI secolo aveva affermato
“Omnia venenum sunt: nec sine venenum quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non sit”
[Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto].
Questo principio continua a rappresentare la pietra angolare della disciplina anche nell’epoca attuale: dove ogni anno vengono sintetizzate e poste in commercio centinaia di sostanze chimiche nuove; e dove inoltre le nuove frontiere della ricerca – per esempio nel campo della “nanotossicologia”, che schiude amplissime prospettive, dall’applicazione industriale e dalla bioingegneria fino all’utilizzo in campo terapeutico e più in generale nelle scienze biomediche – comportano la necessità di sempre più adeguati ed accurati approcci nella valutazione del rischio tossicologico.
Da ultimo, va sottolineata l’importanza della valutazione del rischio chimico anche in termini di possibile impatto ambientale delle attività antropiche, per una tutela dell’ambiente di vita e della salute della popolazione generale di pari passo con la salvaguardia della salute dei soggetti esposti in ambito professionale.
Per questi motivi, appare di rilevanza cruciale proseguire ed implementare l’attività nel campo del Medicina del Lavoro nel suo complesso, e con particolare riguardo nell’ambito di applicazione della Tossicologia Industriale: sia con attività di valutazione dei rischi per la salute, gestione e sorveglianza dei medesimi, sia con attività di formazione/ informazione specifica degli addetti.
Servizi offerti:
• Consulenza per protocolli di sorveglianza sanitaria e formazione degli addetti
• Valutazione del rischio tossicologico (industriale e ambientale)
• Consulenza Tecnica di Parte (CTP) di Medicina del Lavoro e Tossicologia Industriale